(completo di un naufragio e un interludio svizzero)
Caro Mr. Dickens,
il mio amico Steerforth mi ha consigliato di scriverLe. Dice che, essendo il nostro Autore, Lei può far succedere le cose. Sarebbe di troppo disturbo per Lei farmi tornare a casa con la Mamma? Non è che non mi trovi bene a Salem House (anche se piove sempre, non tutti i maestri sono gentili, e il preside mi fa portare sulla schiena un cartello che dice “Attenti, morde!”), ma sarei molto più felice a casa con la Mamma e Peggotty. Prometto che sarò bravo, se vorrà accontentarmi. Steerforth mi aveva suggerito di chiederle anche di togliere di mezzo far partire per le Colonie il mio patrigno, Mr. Murdstone, ma io credo che questo farebbe di me un bambino orrido, e quindi non lo chiederò.
La ringrazio fin d’ora e sono rispettosamente il Suo
David Copperfield
Caro David,
per quanto mi faccia piacere ricevere lettere da uno dei miei personaggi, temo molto che tu mi abbia scambiato per Papà Natale. Sono dolente di doverti informare che la buona tecnica narrativa e i dettami del mercato editoriale m’impediscono di esaudire la tua richiesta. Ti posso garantire, tuttavia, che ti aspetta una vita interessante, ricca di avventure e di sorprese, alcune delle quali dannatamente buone.
Se posso darti un paio di consigli, comportarti da bravo ragazzo e non dare sempre retta a quel che dice Steerforth.
Cordialmente
Charles Dickens
Caro Mr. Dickens,
si è arrabbiato con me perché mi sono lamentato? Lo chiedo perché, dopo che l’ho fatto, la Mamma è morta e Mr. Murdstone ha mandato via Peggotty, mi ha tolto da scuola e mi ha messo a lavorare in fabbrica, dove lavo le bottiglie e incollo etichette per 6 scellini la settimana, ed è pieno di topi, e c’è sempre nebbia. Quindi ora capisco che prima avevo tante benedizioni, e adesso non le ho più, e allora mi sono detto che magari l’Autore mi ha punito per insegnarmi a non lamentarmi. Se è così, Le assicuro che ho imparato la lezione, e prometto di non farlo più.
Suo contritissimo
David
David, mio caro ragazzo,
no, no, no! Che cosa ti fa pensare che sia arrabbiato con te? Devi capire che la richiesta di orfanelli è enormemente alta. I miei personaggi che arrivano all’ultimo episodio forniti di due genitori vivi si contano sulle dita di una mano, e non sono mai protagonisti eponimi. Detto tra noi, ti ho fatto un favore: le madri tendono ad essere creature inefficaci, che non sanno intervenire quando è giusto e ti lasciano a lavorare in fabbrica anche quando non ce n’è più bisogno. D’altro canto, fidati di me quando ti dico che un po’ di lavoro in fabbrica non ti ammazzerà: lo so per esperienza diretta, e sapessi come lacrimano i lettori!
Stammi bene e credi che il tuo Autore pensa sempre per il meglio.
CD
Caro Mr. Dickens,
è passato qualche anno dall’ultima volta che Le ho scritto. Spero che non mi giudicherà venale o impertinente, ma un dubbio mi rode. Non ero per caso io a dover ereditare, invece di Peggotty? Non sono le vecchie zie a lasciare patrimoni per testamento? Invece Peggotty ha ereditato da un carrettiere, mentre la Zia Trotwood non solo gode di ottima salute, ma sostiene di essere in rovina, e quindi mi domando se non ci sia stato un errore da qualche parte. Mi creda, non solleverei la questione se non ci fosse un Mr. Spenlow a impedirmi di sposare Dora per l’irragionevole motivo che non ho un penny: qui parliamo della mia felicità che, ne sono certo, non può non stare a cuore al mio creatore.
Rispettosamente suo
David Trotwood Copperfield
Caro David,
immagino di avere solo me stesso da biasimare per questo. Oh, se solo, nel crearti, ti avessi dotato di un po’ più di cervello! Lascia che ti riveli un segreto del mestiere, visto che sembri intenzionato a scrivere a tua volta: il tuo dovere di personaggio è cercare di ottenere quello che vuoi; il mio dovere di autore è metterti tra le ruote tutti i bastoni possibili, fino a quando non avrò raggiunto il numero di capitoli concordato con l’editore. Per cui, mio caro, al momento non è che la tua felicità sia la prima delle mie ossessioni. Ciò detto, trovo ottima la tua idea a proposito di Mr. Spenlow, e te ne ringrazio vivamente.
CD
Caro Mr. Dickens,
potrei dichiararmi ferito dalla sua mercenaria indifferenza nei confronti della mia sorte, ma mi limiterò invece a porle una domanda su una questione che mi allarma: quale idea le avrei mai dato a proposito di Mr. Spenlow?
Suo
DTC
Mr. Dickens!
Le proibisco di assassinare la gente e dire che l’idea è stata mia! Sebbene i miei studi legali non mi abbiano provvisto di alcuna apprezzabile conoscenza pratica del Diritto, sono confusamente certo che non può affibbiarmi la responsabilità – legale o morale – della morte di Mr. Spenlow. Pertanto la prego di non scrivere nulla che possa indurre i lettori, altri personaggi o la polizia a bizzarre conclusioni. E dimenticavo: essendo un buon ragazzo, sono inorridito.
La saluto con gelida disapprovazione
DTC
David,
ecco un pensiero per quella scodellina di porridge che amiamo chiamare la tua mente: adesso puoi sposare Dora! Ringraziami, invece di strepitare e ricordati della Piccola Nell. Anche lei era una protagonista, e anche lei ha cominciato a tempestarmi di corrispondenza indesiderata. Hai un’idea di quante copie mi ha fatto vendere la sua patetica morte?
Dickens
Caro Mr. Dickens,
dopo la nostra ultima spiacevole corrispondenza, è con molto sforzo che m’induco a scriverle di nuovo, ma la povera Peggotty è fuori di sé da quando la Piccola Em’ly è fuggita con Steerforth, e sembra convinta che lei possa in qualche modo farcela ritrovare. Personalmente dubito che lei voglia, ma l’affetto che nutro per la mia vecchia balia e per Em’ly mi spinge a non lasciare nulla d’intentato, e quindi le chiedo la supplico la prego di lasciarci ritrovare la cara fanciulla.
Suo fervidamente speranzoso
DTC
Grazie, Mr. Dickens!
Come posso esprimere la mia sconfinata, straripante gratitudine? Em’ly è viva! Em’ly è a casa! Oh, la prego: non si senta in colpa per avercela fatta ritrovare in un bordello londinese! O per aver fatto morire il bravo fidanzato di Em’ly mentre tentava (invano) di salvare la vita proprio a Steerforth: un coup de théatre magistrale! Che tempesta! Che naufragio!! Un nonnulla dolorosetto per me, ma chi sono io per protestare, quando le vendite sono schizzate alle stelle?
Lei sarà sempre la prima persona a cui mi rivolgerò nel bisogno, Mr. Dickens: ha un modo così efficace di farmi riconsiderare quelle che prima del suo intervento vedevo come sciagure… Grazie, grazie, grazie!
David
Caro Mr. Dickens,
avevo fatto voto solenne di non scriverle mai più, ma questa tranquilla vita di scrittore in una vallata svizzera mi sta uccidendo. Non ho nulla contro la Svizzera e le sue vallate: l’aria è fresca, il latte ottimo, e la mia condizione di giovane vedovo sembra rendermi interessante a tutti e ciascuno. Dirò di più: tremo al pensiero di ciò che escogiterà questa volta per accontentarmi… eppure sono talmente esulcerato che persino un naufragio nelle acque interne della Svizzera mi parrebbe un miglioramento. Faccia del suo peggio, Mr. Dickens, ma mi sottragga alle vallate svizzere.
Suo esasperato
DTC
David,
conosco persone che darebbero la mano destra per sedere tutto il giorno in una vallata svizzera piena di sole, scrivendo nel melodioso concerto dei campanacci bovini. Vero è che, una volta data la mano destra, avrebbero difficoltà a perseguire una carriera letteraria… Ecco, questa potrebbe essere un’idea per te! Ma sei fortunato: l’editore vuole un lieto fine. Non che tu lo meriti, ma stai per tornare a casa, e forse arriverai al dunque persino con Agnes. Sempre che ti voglia, dopo che hai impiegato quasi cinquanta capitoli ad accorgerti di lei!
Dickens
Carissimo Mr. Dickens,
in fondo al mio cuore ho sempre saputo che Lei non era cattivo. Agnes e io siamo molto felici, la zia Trotwood (con il suo ritrovato patrimonio) è madrina della piccola Betsey, i malvagi sono puniti, tutto si è risolto per il meglio, e non so dirLe quanto Le siamo grati. Mi domandavo, tuttavia, se potrei importunarLa per un ultimo piccolo particolare: questa lunga narrazione della mia vita in prima persona non si presterebbe bene ad essere pubblicata a puntate in qualche periodico? Crede, con le Sue conoscenze, di poter interessare qualche editore alla mia storia? Dopo potrebbe scrivere un seguito sulla mia vita da romanziere di successo.
Grato in anticipo, e rispettosamente Suo
David T. Copperfield
Caro David,
non mi pare un’idea terribilmente buona, almeno non prima che qualcuno inventi la meta-letteratura, e poi, a dirti il vero, ora che siamo giunti felicemente in porto, sto pensando a un’altra storia. Me l’hai fatta venire in mente proprio tu, con la tua approssimativa conoscenza del Diritto: uno di quei processi interminabili, una casa desolata, una protagonista matura e sensibile. Il tipo che non scrive lettere al suo autore. E con questo, caro ragazzo, auguro a te e famiglia ogni bene possibile, eccetera.
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